La guerra non dichiarata è un cyberthriller preveggente ma ponderoso: recensione



Ammirabile per la sua ambizione, meno per l'esecuzione, l'ultima importazione britannica di Peacock è interpretata da Simon Pegg e Mark Rylance.

Il passo: È il 2024 e una Gran Bretagna post-Brexit deve affrontare elezioni generali afflitte da tutte le parti con disinformazione, rimostranze antigovernative e nette divisioni da tutte le parti. Inoltre, un attacco informatico straniero colpisce l'accesso a Internet del Paese, colpendo tutto tranne i social media.



Fortunatamente, arriva lo stesso giorno in cui la studentessa 21enne Saara Parvan (l'esordiente Hannah Khalique-Brown) inizia il suo periodo di tirocinio presso il Government Communications Headquarters (GCHQ), la prima difesa del Regno Unito contro il cyberterrorismo. Capisce rapidamente come disabilitarlo e trova persino un secondo exploit che avrebbe paralizzato ulteriormente le infrastrutture dell'Inghilterra.







È una vittoria vuota, tuttavia, poiché la giovane donna musulmana lotta per inserirsi nella noiosa organizzazione maschile, stantia e pallida anche dopo il suo impressionante primo giorno. Tra i suoi alleati ci sono il conciso supervisore Danny Patrick (Simone Pegg), che deve gestire le ricadute politiche tanto quanto i fatti concreti sul campo, un analista veterano del GCHQ (Mark Rylance) che si strugge per i giorni dello spionaggio della vecchia scuola e di un collegamento con la NSA americana (Leggende di domani 's Maisie Richardson-Sellars) che si riferisce ai suoi sentimenti di estraneità.





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Chi ha mandato il virus'altro hanno pianificato per erodere la fiducia della Gran Bretagna nel suo governo e nei suoi sistemi, tanto meno nei suoi simili'etica del lavoro di Saara arriva, curiosamente, con la sua passeggiata attraverso un carnevale apparentemente vuoto. Manifesta oggetti da una cintura di utilità di livello Batman, quella esatta per tutto ciò di cui ha bisogno, usandola per irrompere in una stanza vuota con una porta nascosta attaccata al soffitto.

Poi, lo sceneggiatore e regista Peter Kosminsky ( Oleandro bianco ) lo interrompe con il filmato di Saara che sferraglia su una tastiera: stiamo guardando il suo lavoro, lo spettacolo ci offre un fantasioso, Matrice -y rappresentazione delle sue abilità di hacking. Funziona in qualche modo, almeno per salvarci da scene più noiose di occhi vitrei che scrutano un testo imperscrutabile. Ma è anche gestita goffamente fino al punto di confusione, letteralizzando le sue azioni fino all'infantilizzazione.





La guerra non dichiarata (pavone)